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Dollaro USA Analisi 27 Gennaio 2017

I mercati non avevano certamente bisogno di nulla di spettacolare, ma solo di una scintilla per innescare una scossa per il dollaro, che aveva bisogno di meno attenzione verso le fantasie di Trump e maggiore attenzione per la macroeconomia e le prospettive verso la politica monetaria fuori degli USA per l’anno in corso.

C’è stato certamente un miglioramento delle condizioni macroeconomiche a Gennaio, in quanto le vendite di nuove case hanno toccato i livelli pre-crisi finanziaria, nonostante i dati sottotono di Dicembre.

Non è ancora chiaro cosa voglia fare Trump

Quindi adesso che i tori del dollaro stanno tornando sul mercato, il sentiment negativo tuttavia ha pesato con i discorsi di Trump sul dollaro, anche se c’è comunque da dire che il mercato ha reagito non con il modo in cui ha parlato ma più su quello di cui ha parlato, e l’assenza di dettagli su un pacchetto di stimolo fiscale ha portato molta delusione su i mercati finanziari, che sono ancora incerti se la Presidenza Trump potrà essere del tutto favorevole.

Un pacchetto di stimolo fiscale e una prospettiva che sostiene la linea dura sul percorso dei tassi della FED non fa ben sperare per il dollaro.

Se si analizza la posizione di Trump e come i mercati continuano ad aspettare il pacchetto di stimolo, la questione da capire è se una tale mossa sarà negli interessi del Dollaro USA e se Trump sta realmente cercando di migliorare i termini commerciali per gli Stati Uniti e spazzare via il deficit commerciale.

Divergenza Monetaria Dollaro

La divergenza della politica monetaria rimarrà comunque un fattore molto importante per il dollaro, nonostante l’aumento del rischio geo-politico sia a livello nazionale che all’estero.

La BoE avrà comunque bisogno di invertire il rialzo dei tassi di agosto, in quanto sono deboli i dati di vendita al dettaglio fuori del Regno Unito; per dicembre indicano che i consumatori hanno già cominciato a sentire la crisi della sterlina più debole e l’aumento dei prezzi al consumo. L’economia britannica, essendo stata trainata dai consumi del consumatore attraverso il 4° trimestre, ha lasciato l’economia del Regno Unito materialmente esposta ad un tasso di inflazione molto accelerato.

Lo scenario che la BoE ha affrontato dal giorno in cui ha innalzato i tassi lo scorso agosto, è stato quello di sostenere l’economia o l’inflazione. La Banca centrale ha ormai raggiunto un bivio, l’economia infatti è ormai saldamente nelle mani del consumatore, con la pressione inflazionistica che è aumentata nelle ultime settimane, più di quello che la BoE aveva previsto nel novembre dello scorso anno. Da aggiungere a tutti questi fattori anche naturalmente Brexit, che porrà una pressione significativa sul primo ministro britannico Theresa May per dare un messaggio positivo per il Regno Unito dal suo incontro con Trump.

Gli scettici suggeriscono che sarebbe ingenuo aspettarsi subito un accordo commerciale come invece alcuni hanno lasciato intendere, tra cui anche il governo britannico.

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